Il luogo che vorrei descrivere è un luogo che mi ha colpito molto, anche se non mi ha fatto poi così male, manco il livido mi è uscito. Questo posto è il paese dove sono nato. Io vivevo prima in un paese, dove le persone, da quando sono nato, sono diminuite fino a scomparire del tutto. Per fortuna, però, quelle che c’erano, erano brave persone.
In paese d'estate c'erano molto rumeni. Venivano a trascorrere la vacanze. E i bambini che portavano erano tanti e si poteva giocare a calcetto anche tutti i giorni, che sennò non ci arrivavamo al numero completo e si doveva rinunciare al portiere. E il paese pare che con il sole si risvegliava un secondo, ma parlando un'altra lingua, che non è certo la sua, ma gli dona. D'inverno invece era tutt'acqua e le famiglie sempre di meno. Noi bambini della piazza eravamo sei. Io, i due figli del fornaio, la figlia del giostraio che ha l'autoscontro alla Madonna, il nipote di Carminuccio e il figlio del farmacista che però come i genitori si sono separati veniva solo nei fine settimana. Se poi devo contare anche i bambini della campagna, allora possiamo arrivare anche a dodici. Ma loro non si vedevano quasi mai e stavamo insieme solo noi della piazza e giocavamo nello spiazzo dietro al cimitero. Era divertente, anche se ogni tanto e ci siamo menati. Ma d'inverno i pomeriggi non passavano mai. E quando usciva il sole, a dicembre, ci sembrava già maggio. In queste occasioni stavamo tra i vicoli stretti, dove c'è il vento che sbatte tutto.
Io in paese prima ci vivevo. Adesso ci vado molto meno e forse non ci andrò più. Di solito quando ci vado mi viene a prendere papà e mi porta a casa sua dove ci sta una sua amica che vive con lui per pulirgli la casa, è una signora strana che si chiama Rocco e porta i baffi. Ogni volta che ci torno, al paese, l'odore che si sente mi sembra diverso, mentre quando ci vivevo, al paese, mi sembrava uguale. La mamma mi dice che tornarci è come riaprire un formaggio ammuffito, lasciato lì marcire nel frigo. E infatti se ci penso bene il paese sa proprio di muffa. Una delle ultime volte che ci sono stato era domenica. Le strade erano bagnate per l’umidità del mare e sembrava tutto un lago. Siccome era Natale ci hanno messo per le strade delle luci intermittenti che mia mamma ha detto sono tristissime. Ora che ci penso, se devo descrivere questo paese, che per me è il mio paese, se lo devo descrivere, dico che sembra una barca che galleggia. C'è sempre tanta acqua per terra e palazzi bagnati, poi non si sente niente. Che quando ci vivevo mica me ne ero accorto che ci sta tutto questo silenzio. Quella domenica, per esempio, faceva molto freddo e per le strade non ho visto nessuno. Si sentiva l’odore dei camini e della terra bagnata che me lo ricordo che quando ci stava tutta questa umidità e io ci abitavo ancora, si andava, noi bambini, a trovare le lumache. Domenica non c’era nessuno a cercare le lumache. In piazza del Municipio sono rimasto solo per un attimo, mio padre si era allontanato nel fondaco. Nella mia piazza c’è una fontana ma domenica era spenta. Ce ne sta pure un’altra che è più piccola e che la chiamiamo la fontanella. Quando ci vivevo mi ricordo che la domenica c’era tanto chiasso e si mettevano le lenzuola bianche e alla fontanella c'era la fila per bere. Ma io la scorsa domenica non le ho viste, forse perché era già sera e le avevano già tolte per non farle bagnare, le lenzuola ma anche le persone.
Poi se devo fare una conclusione posso dire che mi è piaciuto tornare al paese ma mi è salita tipo una paura strana, mentre tornavo con mamma a casa. La paura di quei vicoli bui che prima erano vivi. E manco Carminuccio c'era più sulla strada nuova. Carminuccio era un mio amico che non lo so più dove vive adesso. Lui abitava di fronte casa mia ed è grazie a lui che sono diventato grande. Infatti è stato il primo a spiegarmi che quando uno prende la quinta elementare diventa un vero uomo. Carminuccio era diventato uomo proprio l’ultimo giorno di quinta, mi ha detto. Diventare uomo vuol dire sapere tante cose, ma anche fare lo sviluppo. E io lo sviluppo l’ho fatto proprio nel tema dell’esame di quinta elementare, solo che la maestra lo ha chiamato svolgimento e mi ha detto di scriverlo sul foglio protocollo a righe, dopo la consegna. Quando però a Carminuccio gli ho raccontato che pure a me era successa la stessa cosa sua, non ho capito perché ma si è messo a ridere. In compenso mi ha regalato un giornalino con tante fotografie di persone senza vestiti che è un oggetto turpe, ha detto la mamma quando l’ho riportato a casa. E nonna ha organizzato un piccolo falò per bruciare la turpitudine che se ne è volata su per il camino, tutta sola poverina. Dopo la nonna mi ha detto che Carminuccio la quinta elementare non l’ha ancora presa, che è un gran bugiardo e che io non devo frequentare questo tipo di mascalzoni. Proprio mascalzoni ha detto. Che per un po' di tempo mi figuravo che erano una variante cattiva dei calzoni, quelli che si mangiano e al paese si vendevano al forno della Madonna. Insomma a me questo paese m'ha colpito tanto e se qualcuno ci volesse andare a visitarlo però potrebbe essere un problema perché questo mio paese dove sono nato piano piano non c'è più.
p.s. e poi questo tema l'ho scritto pure perché oggi Carminuccio compie 31 anni e gli volevo fare gli auguri!
p.s. e poi questo tema l'ho scritto pure perché oggi Carminuccio compie 31 anni e gli volevo fare gli auguri!
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